Il matrimonio è vostro, ma… quanto contano davvero le opinioni altrui?
- Silvia Daniele WP
- 2 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Ci siamo. Avete deciso di sposarvi.
Avete le idee (quasi) chiare, magari un Pinterest già saturo, un mood da seguire... e poi arriva lei: l’opinione non richiesta.
Da parte della zia, della mamma, della nonna, della collega di tua madre,
della testimone della sorella della vicina.
"Ma come, niente chiesa?"
"Ma il vestito non è troppo semplice?"
"Ma non invitate anche quei cugini di secondo grado?"
Respira. È normale.
Succede in (quasi) tutte le famiglie e in (quasi) tutti i matrimoni.
La verità è che quando si parla di matrimonio, ognuno sente il diritto di dire la sua.
Anche se non gliel’hai chiesta.
Chi decide, davvero?
La risposta è semplice: voi due.
Ma attenzione: essere i protagonisti non significa diventare dittatori.
Trovare l’equilibrio tra desideri personali e dinamiche familiari è una delle sfide più grosse dell’organizzazione.
A volte dire “no” con gentilezza è più difficile che scegliere la location.
Tre cose che puoi (e forse dovresti) ignorare
La lista infinita degli invitati “per dovere”.
Un matrimonio non è un pranzo di Natale, né una riunione di condominio allargata.
Se non li conoscete, non ci parlate da dieci anni o non li vorreste nemmeno a cena,
non sentitevi obbligati a invitarli. Il numero degli invitati non misura l’importanza dell’evento,
e fare contenta la prozia di qualcuno non è un buon motivo per aggiungere un tavolo.
I commenti sul rito.
Religioso, civile, simbolico... scegliete ciò che vi rispecchia.
C’è sempre qualcuno pronto a dire che “non è un vero matrimonio” se non è in chiesa,
o che “il simbolico non conta nulla”.
Ecco, lasciateli parlare.
Un rito vale per il significato che ha per voi, non per come viene giudicato dagli altri.
Le aspettative estetiche.
Il vestito da sposa che “dovrebbe essere lungo”, il trucco “che si deve vedere”,
l’acconciatura “più elegante”.
Ma chi l’ha detto? Non siete un manichino da copertina.
Siete persone reali, con gusti, identità e comodità da rispettare.
Se vuoi le scarpe basse, il raccolto spettinato o il tailleur bianco invece dell’abito principesco… va bene. Anzi, benissimo.
Una wedding cake in bianco e nero: elegante, diversa, perfettamente coerente con gli sposi che l’hanno scelta.
Tre cose su cui vale la pena ascoltare
Questioni logistiche.
Tipo: non far guidare tre ore a tua nonna per arrivare in mezzo al nulla.
Ma anche: se metà degli invitati viene da fuori, pensare a un alloggio comodo,
o evitare spostamenti assurdi tra cerimonia e ricevimento, può fare la differenza.
Non è solo gentilezza, è buon senso. E un ospite che si sente accolto,
si ricorderà con piacere del tuo matrimonio.
Limiti reali, anche economici.
Non tutto è un capriccio. Se qualcuno ha difficoltà a rispettare un dress code impegnativo o a sostenere certe spese (regalo, viaggio, alloggio…), meglio saperlo e tenerne conto, soprattutto se è una persona a cui tieni davvero.
Consigli sinceri da chi ti conosce bene.
A volte arrivano input preziosi da chi ti vuole davvero bene (e ti capisce più di quanto immagini).
Tipo quella volta in cui la tua migliore amica ti ha detto che forse, con quei tacchi da 12,
non saresti arrivata viva al taglio torta. E aveva ragione.
O quando tua sorella ti suggerisce che il dj che avevi scelto per nostalgia forse fa ballare solo voi due. Se sono persone che ti conoscono, ascoltarle non è debolezza, è intelligenza affettiva.
Il punto è questo:
Non puoi accontentare tutti. Ma puoi scegliere di essere coerente con voi.
Organizzare un matrimonio è anche un esercizio di equilibrio, assertività e fiducia.
E se tutto è pensato con senso e amore, anche chi all’inizio borbotta… alla fine si scioglie.

Vuoi che il tuo matrimonio vi assomigli davvero?
Insieme possiamo dare forma a un matrimonio che vi rappresenti davvero, in ogni scelta, senza forzature.
Scrivimi. Iniziamo da lì.
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